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Il Maestro
Sesto Americo Luchetti, 1909 – 2006
Sesto Americo Luchetti è nato a Montecassiano (MC) il 14.7.1909- 28.6.2006
Dopo esser stato iniziato alla scultura dal sig. Buratti di Macerata, sotto la cui guida eseguiva a 17 anni la sua prima scultura – una testa di donna (bassorilievo su marmo) – frequentava a Macerata la scuola Professionale di Tirocinio d’Arte, sezione pittura decorativa, con il prof. Ciarlantini.
Specializzatosi nella sezione scultura marmi e pietre all’istituto d’Arte di Perugia con lo scultore prof. Benedetto d’Amore, si diplomava in seguito presso quella Accademia d’Arte, sezione scultura direttore Gerardo Dottori, insegnante il prof. Benedetto d’Amore. Intanto aveva aperto a Macerata, in via Crescimbeni, in societàcon il sig. Carpano, un laboratorio artigianale per la lavorazione del marmo, nel quale, tra le lapidi commemorative e cippi marmorei, attendeva ai primi tentativi artistici quali: monumentini per il cimitero comunale, due solenni leoni per la villa “Due Pini” dei conti Pallotta, un’ allegoria per il boccascena del cinema “Italia”, la composizione “Questa è la guerra che noi preferiamo” – di cui si occupò la stampa e la critica -, la medaglia per gli studenti universitari volontari della II guerra mondiale ecc.: opere tutte che gli valsero incoraggiamenti e lodi, tra cui l’esortazione dell’ antico severo direttore dell’Istituto d’Arte, Prof. Giorgio Diamantini: “Metta una pietra su queste pietre e vada a Roma”.
Un esortazione che lasciava, almeno per il momento, le cose come prima, e non solo per le difficoltà economiche, ma anche e sopratutto per l’istintiva ritrosia del Maestro, nemico di ogni singolarità che lo mettesse in mostra.
Nel 1936 si lascia persuadere a partecipare – è la prima volta – ad una Mostra: la Ve Sindacale Regionale di Ancona, con “maternità” – che sarà acquistata dalla Cassa di Risparmio della provincia di Macerata, e con una testa di “Medusa”, acquistata dall’avv. Franciosi.
Nel 1937 prende parte alla VP Sindacale d’arte “Premio Città di Recanati”, con il busto di Leopardi (marmo), che viene acquistato da quel Comune: un rinnovato successo veramente lusinghiero e ben meritato.
L’anno seguente – 1938 – è presente a Macerata alla Mostra “sotto i trenta”, con “Verso la luce” “Natività” “Maternità”, “Ritratto”, “Testa”, “Annunciazione”: tutte opere povere di materia, ma altrettanto ricche di ispirazione, e nelle quali rifulge già uno stile personale accompagnato da una tecnica sapiente e sicura.
Fin dal 1941 ha insegnato nelle scuole statali e private “materie plastiche”, “storia del costume e disegno”, “geometria descrittiva”, “storia dell’arte”, come incaricato. Dal 1956 è di ruolo nella scuola media, prima a Civitanova Marche, poi a Corridonia, finalmente a Macerata.
Un’ attività, questa dell’ insegnamento, che, liberandolo da preoccupazioni economiche, gli ha offerto il tempo e il modo di poter svolgere il suo lavoro con geniale di artista in un servizio continuato del vero, del bello, del buono. Nel 1950 ci offre il vivo, parlante posto di “Mons. Miliozzi” e la “Via Crucis” per San Ginesio; nel 1942 il “Genio della morte”.
Gli anni 1946-47 sono gli anni dell’Urna di San Pacifico: un lavoro con i suoi otto pannelli a bassorilievo e le quattro statue delle “Virtù monastiche” da far tremar le vene e i polsi al più maturo Maestro.
Da allora – in seguito ricorderemo soltanto i lavori a carattere sacro – è un crescendo di opere e di qualità senza quasi soluzione di continuità, impegnato nella trattazione dei temi più diversi, con le tecniche più svariate: dalla scultura (basso e altorilievo, tutto tondo) all’incisione, all’acquerello, all’acquaforte, al mosaico, al rilievo realizzato galvanisticamente… spaziando nei campi più disparati: dalle “Madonne” alle “Sacre composizioni”, dalle “Porticine di tabernacolo”(una ventina) alle “Via crucis”(per un complesso di circa 70 pannelli), a tutti i principali soggetti della tematica religiosa o comunque sacra.
Meritano particolari citazioni le porte in bronzo per il Santuario della Madonna della Misericordia a Petriolo – 1979 – e quella della Chiesa Collegiata di Montecassiano – 1985 – composta da 24 formelle prezioso omaggio dell’ Artista al suo paese natale. Il bassorilievo al porto di Ancona San Francesco Missionario – 1987, – sempre da Ancona un altro “San Francesco” per le opere di Padre Guido – 1993, a Macerata il “Padre Pio”, sull’area esterna dell’Ospedale – 1990 – e “La Madonna dei Cherubini” all’interno del parco del Seminario – 1988.
Corridonia, alla grandiosa opera d’ arte conservata nella Chiesa Parrocchiale di San Pietro, realizzata in galvanoplastica nel 1967, ha voluto completare il ciclo scultoreo realizzato, nel 1986, con un altro capolavoro sacro per la chiesa di Santa Maria del Paradiso che rappresenta per la cittadinanza un riferimento di storia e di Fede.
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